Tuesday, January 11, 2022

 I galantuomini e gli avvoltoi

 

È morto David Sassoli, un giornalista diventato presidente del parlamento europeo, e tutti gli italiani, senza distinzioni di sesso, colore della pelle o razza sanitaria, lo compiangono. Un giornale italiano (Il Mattino) titola oggi in prima pagina, «Un galantuomo e gli avvoltoi». «Avvoltoi» fa riferimento al «delirio no vax» e alle «menzogne choc sulle cause della morte».

La causa della morte è infatti stata presentata dai giornali come una grave malattia del sistema immunitario seguita ad una polmonite dell’autunno scorso. Un dettaglio a cui nessun giornalista pare interessato in questi giorni è che Sassoli si era vaccinato contro il Covid. Il collegamento concettuale tra “malattia del sistema immunitario” e “vaccini contro il Covid” è fin troppo evidente per l’immaginazione di chiunque (a qualsiasi razza sanitaria appartenga) da essere negato. Direi che è la prima domanda che qualunque persona con un briciolo di neuroni in testa si farebbe spontaneamente nell’apprendere della morte di Sassoli. È stato il vaccino di per sé a causarne la morte? Forse lui aveva un problema pregresso e non gli hanno fatto un’anamnesi adeguata prima della somministrazione? Non si sa, ma è naturale chiederselo.

Io mi sento eticamente vicino a chi non voglia parlare della razza sanitaria di Sassoli rispetto alla triste notizia della sua morte. Il motivo è che io ritengo che non si debba violare la privacy e la dignità di nessuno rispetto ad eventi come la morte. Il gossip e le guerre razziali dovrebbero restare fuori dalle porte degli ospedali e delle camere mortuali. Ma chi è che ha violato per primo questa regola e questa soglia sacra? Chi sono i veri avvoltoi?

Gli avvoltoi mainstream ci hanno ormai abituato da troppi mesi a telecamere nelle terapie intensive, a presunti pentimenti no vax subito prima di morire e al pettegolezzo meschino sulle cause della morte di chi forse non si era vaccinato. Dico “forse”, naturalmente, perché non si può mai essere certi, nel mondo surreale dell’informazione che ci circonda, se i presunti morti no vax si erano vaccinati ma da troppo poco o si erano vaccinati da troppo tempo o non si erano vaccinati abbastanza. Per gli avvoltoi basta un appiglio qualsiasi per fare teorie e sparare a zero sul morto no vax, violandone la privacy, la dignità e la memoria.

Ma quando mai si erano viste telecamere nelle terapie intensive per intervistare presunti pentiti del vaccino? Che razza di avvoltoi meschini infrangono in tale squallida maniera la dignità e il rispetto delle persone nei momenti in cui sono più deboli, indifese e nude, senza neppure un abbigliamento decente a fare da scudo alla propria intimità? I vestiti che indossiamo quando ci presentiamo in pubblico esprimono la dignità di quella personalità fiera e onorabile che vogliamo mostrare a tutti quelli che non hanno il diritto o la confidenza di vederci in stanza da letto o in bagno. Forzare la stanza della terapia intensiva con una telecamera è come cercare di entrare a forza in casa nostra per riprenderci mentre siamo a letto. Un atto da gentaglia sciagurata e senza morale.

È da troppi mesi che gli avvoltoi del giornalismo mainstream sono in delirio. È da troppi mesi che pubblicano menzogne e infrangono la privacy e la dignità delle persone per lucrare improbabili frutti per la loro misera propaganda pro vax. Sassoli però è un galantuomo, ci dicono adesso, con lui non si può fare così. Per questa feccia del giornalismo tutti gli altri non sono galantuomini. La dignità delle persone comuni non conta nulla.

C’è anche da dire che Sassoli era un giornalista. Avete notato come i giornalisti trattano i colleghi, specialmente se sono divenuti potenti? I giornalisti, si sa, sono più galantuomini degli altri. Avete notato, ad esempio il trattamento che è stato riservato a Sigfrido Ranucci? Le sue inchieste di Report sui vaccini sono state più di quanto qualunque “no vax” abbia mai sognato di fare in Italia. Ranucci è stato attaccato in vari modi e, chiaramente, devono avergli tarpato le ali perché ultimamente non è più tornato ad occuparsi seriamente dei vaccini. Chi sa come funziona il mondo sa ovviamente il perché.

Penso a Ranucci però per un altro motivo. Dopo le polemiche sollevate dalle sue trasmissioni “no vax” egli è stato invitato in varie trasmissioni a parlare delle sue inchieste e delle sue posizioni in merito ai vaccini. Lui però è stato trattato dai colleghi con i guanti di velluto, senza insulti, senza togliergli l’audio, senza abbassargli il volume. Niente di tutto questo. Eppure, lui rientrava a pieno titolo e in maniera esemplare nella definizione concettuale corrente degli sporchi no vax, di questi topi di fogna ignoranti e senza diploma di scuola media. Ma lui è un collega, un uomo potente nella comunicazione, un galantuomo.

Che dire? A me dispiace della morte di Sassoli come mi dispiace della morte di chiunque nel mondo. Non ho mai conosciuto Sassoli, non ho mai letto alcun libro che egli abbia scritto e non ho mai seguito la sua carriera politica. Lui, Camilla Canepa, Carlos Tejada stanno tutti sullo stesso piano per me, e la morte, si sa, “è una livella”.

Io a volte sono molto duro e adirato nei miei interventi di questo periodo solo per legittima difesa; perché sono stanco di essere insultato e denigrato e voglio dare un messaggio chiaro sul fatto che nessuno di questi giornalisti meschini, ignoranti e doppiopesisti è in grado di farmi venire un complesso di inferiorità. Per le persone intelligenti, gli insulti sono solo cariche di energia.

Volete che Sassoli venga rispettato? Iniziate a fare un esame di coscienza serio sul tipo di giornalismo di bassissima lega che avete fatto da quando i primi vaccini sperimentali anti Covid sono stati immessi sul mercato. Pensate al fatto che la violenza chiama violenza, che l’insulto chiama insulto, che il vostro giornalismo vi verrà ripagato necessariamente con la stessa moneta. Vi consiglio di rivedere The Truman Show, un film da cui i giornalisti possono sempre imparare e che dovrebbero rivedere con una certa ciclicità. Riflettete poi sul concetto etico fondamentale dell’eguaglianza di tutti gli esseri umani. Il mondo non si divide in giornalisti e potenti galantuomini, da una parte, e poveracci da violare, denigrare e abusare, dall’altra. Sono d’accordo, non fraintendetemi, che il mondo si possa dividere in galantuomini e farabutti o lestofanti, ma ognuno deve dimostrare da che parte sta nei fatti, tutti i giorni. 

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