Monday, May 28, 2018

Impeachment?


Visti i corsi e ricorsi di questo tema in questi giorni, riformulo qui un commento che avevo scritto l’altro giorno nella bacheca di un amico sui social.

Rispetto all’operato di Mattarella, molte persone tendono per adesso ad assolutizzare un solo articolo della Costituzione – il 92 (“Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri”) – come se da quell'articolo dipendesse tutta la verità che c'è da conoscere sulla questione della formazione del Governo. Questo è un errore perché i poteri del Presidente e il valore degli organi costituzionali non dipendono solo dalla forma di quell'articolo. Quando si lavora con le leggi e con la Costituzione (che è la legge più alta del nostro sistema) bisogna sempre utilizzare anche i parametri dell’interpretazione “sistematica”, che consente di interpretare correttamente i singoli articoli come parte di un tutto organico.

Anzitutto, bisogna considerare chi ha il potere ultimo nel nostro ordinamento. Il riferimento primario è naturalmente l’articolo 1:

«La sovranità appartiene al popolo».

In secondo luogo, bisogna considerare chi è il datore di lavoro del Governo. Il riferimento ovvio è qui l’articolo 94:

«Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere»

Questo articolo fonda il cosiddetto rapporto di indirizzo politico che lega il Governo come esecutore al Parlamento come decisore. In altri termini, il Governo è come l’Amministratore delegato di una società che appartiene a certe persone (il Popolo). Chiaramente, l’amministratore deve amministrare in funzione della volontà del proprietario dell’azienda. In questo senso, se manca il rapporto di fiducia sull’indirizzo da dara all’azienda, l’amministratore non può amministrare. L’indirizzo politico dello stato deve darlo il Parlamento in funzione del mandato elettorale. Pertanto, il Governo è legittimato ad operare solo quando ha la fiducia del Parlamento.

In terzo luogo, bisogna considerare anche che sono le Camere ad eleggere lo stesso Presidente della Repubblica, proprio perché non c'è potere più alto in Italia di quello che è espressione del popolo sovrano.

Per fare un esempio analogico di cui c’è un riferimento esplicito nella Costituzione, si pensi al rapporto tra l’articolo 73 e l’articolo 74. Il primo attribuisce al Presidente il potere di promulgare le leggi. Questo significa che a lui spetta l’atto formale finale che rende le leggi efficaci nel nostro ordinamento.

«Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dalla approvazione».

Il secondo attribuisce allo stesso Presidente il potere di rimandare una legge al Parlamento:

«Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata».

Il Presidente ha quindi il potere formale di promulgare le leggi, così come ha il potere formale di nominare il Presidente del Consiglio e i ministri, ma in caso di contrasto col Parlamento il Presidente è l'organo che deve fare un passo indietro.

Il concetto di fondo è che se le Camere sono fermamente decise a fare qualcosa alla fine il potere più alto nel nostro ordinamento spetta a loro. Il Presidente è un arbitro neutrale. Può aiutare i giocatori a giocare meglio ma non può sostituirsi a loro.

Torniamo alla formazione del Governo. Se le Camere vogliono fermamente un certo Governo perché ritengono che sia quello adatto a perseguire la loro linea politica, e considerato che il Governo esiste ed opera solo se ha la fiducia delle Camere, il Presidente non può opporsi indefinitamente a quel Governo. Può esercitare un suo potere di consiglio, ma alla fine deve cedere o il Paese rimarrà privato della sovranità del Popolo espressa tramite i rappresentanti eletti.

Facciamo un caso per assurdo. 1) Mattarella si è rifiutato di nominare i ministri che avrebbero avuto la fiducia del Parlamento, perché la maggioranza per il voto di fiducia era già garantita dai due partici che avevano vinto le elezioni. 2) Si torna a votare e stravince, con premio di maggioranza, un analogo assetto democratico con Salvini candidato Premier. 3) A questo punto, Mattarella non potrà che affidare l’incarico a Salvini perché il Parlamento rifiuterebbe qualsiasi altro Premier incaricato, e non potrà che nominare i ministri scelti da Salvini e dai suoi alleati. Se non facesse così, se si rifiutasse di nominare perfino il Presidente del Consiglio espressione del premio di maggioranza, ci sarebbero certamente i presupposti per metterlo in stato di accusa per attentato alla costituzione perché starebbe reiteratamente cercando di impedire al Popolo di esercitare la propria sovranità tramite il Parlamento. Nell’esempio analogico di sopra, sarebbe come se rifiutasse nuovamente di promulgare una legge. Se Salvini e la sua coalizione scegliessero Savona, Mattarella non potrebbe che nominarlo.

Ripeto, qui bisogna capire chi è il padrone ultimo del sistema, e il padrone ultimo è il Popolo, il quale con le sue scelte elettorali sanziona in maniera definitiva qualunque organo costituzionale che non lo aggrada. Se adesso, tornando a votare, il Popolo farà stravincere l’assetto che Mattarella ha mortificato già due volte (la prima non affidando un incarico esplorativo né a Salvini né a Di Maio, la seconda rifiutandosi reiteratamente di nominare la squadra di governo che godeva della fiducia preventiva del Parlamento), il Popolo darà un’indicazione chiara direttamente al Presidente della Repubblica, ricordandogli chi comanda sul serio nel sistema. Se il Presidente decidesse di ignorarla attenterebbe direttamente alla sovranità del Popolo andando contro l’articolo 1 della Costituzione.

In realtà, la valutazione ultima delle scelte di Mattarella la si potrà esprimere solo alla luce delle prossime elezioni. Esse ci diranno se il Popolo si è adirato o meno per il suo operato. Ci diranno se il Popolo si è sentito tradito da un Presidente che, per ipotesi, ne ha negato e contraddetto la volontà politica. Se le prossime elezioni non daranno una maggioranza decisiva alle forze che sono state osteggiate da Mattarella nel lungo percorso di questa crisi, allora si potrà dire che Mattarella non ha sul serio contraddetto la volontà popolare. Se invece le prossime elezioni daranno questa maggioranza schiacciante a quelle forze politiche, allora potremo affermare con serenità di giudizio che Mattarella ha contraddetto reiteratamente la volontà del Popolo italiano.

Per queste ragioni, io non sono d’accordo che ci siano adesso i presupposti per una messa in stato di accusa. Si può dire che Mattarella abbia esagerato nel mettersi al di sopra della coalizione che disponeva della maggioranza parlamentare, ma non si può essere certi delle ripercussioni di ciò su una volontà popolare, come quella italiana, che è in genere molto volubile e distratta. Se però il Popolo risponderà alle prossime elezioni reagendo contro queste scelte di Mattarella, e se Mattarella si ostinasse a rifiutare la nomina del Presidente del Consiglio e dei ministri indicati dalla coalizione vincente, allora credo che si maturerebbero i presupposti dell’impeachment.

D’altronde, riflettiamo. Chi deve vincere alla fine? Se, da una parte, un Parlamento con maggioranza forte e qualificata si rifiuta reiteratamente di dare la fiducia a persone scelte dal Presidente e, dall’altra, un Presidente si rifiuta reiteratamente di nominare il Premier e i ministri indicati da quel Parlamento, che si fa? Lo stato ha bisogno di un Governo, e la legittimazione ultima di quel Governo dipende dal Popolo. Qualcuno dovrà cedere e certamente quel qualcuno non può essere il Popolo.

2 comments:

  1. Belle considerazioni. Ma la costituzione ha un valore assoluto e immutabile ? Ma il popolo sovrano è un assoluto o una convenzione ? Ma la democrazia è l'unico sistema di governo ? Ma in un clima culturale decadente e compromesso il popolo e i politici sono proprio così santi ? Ma Salvini e 5 stelle non stanno cercando un golpe per capovolgere il sistema attuale in nome di criteri che almeno meritano di essere discussi e non approvati solo perchè si oppongono ad uno stile precedente degradatosi con degrado della moralità.Ma Salvini e legisti sono così attenti al bene comune da non poter essere messi in discussione.....Forse è meglio tacere, almeno per ciò che mi riguarda.

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    1. Grazie del commento che, però, mi sembra fuori tema e un po' ingarbugliato.

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